giovedì 12 giugno 2014

La bestemmia nel Mediterraneo

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Luca Signorelli: Il Giudizio Universale Luca Signorelli: Il Giudizio Universale


La condizione di avere un mare a poca distanza ha fatto in modo che nell’immaginario collettivo sia per il popolo italiano che per tutti gli altri paesi che si affacciano nel mar Mediterraneo, si creasse un’immagine di trasparenza e solarità.


In parte questo è vero, probabilmente il motivo sta nel fatto che in questo specchio di mare coesistono molte espressioni che accomunano i popoli; le alte scogliere del Mediterraneo proteggono un entroterra ricco di storia che oltre a civiltà ha visto la nascita di religioni che vedono milioni di fedeli al seguito, religioni di ampio respiro quindi come quella cristiana, ortodossa, islamica ed ebrea.


Ciò ha portato inesorabilmente a far diventare il Mediterraneo la culla delle religioni oltre che della cultura.


Il popoli interessati professano con molta serietà e dedizione le regole dettate dalla propria dottrina, digiuni, preghiere e ricorrenze sono stati annunciati per essere rispettati e come in ogni credo e in ogni popolo che si rispetti, si presenta il risvolto della medaglia, in questo caso si indentifica con ciò che sta all’opposto della retta via dettata al credente, trovando espressione nella forma più peccaminosa e irriverente che può essere riassunta in una sola parola: “bestemmia”.


Questa espressione blasfema, così spiccatamente incisiva consiste in una vera e propria imprecazione diretta verso ciò che è ultraterreno.


La cosa incuriosisce; non è facile trovare le soluzioni o le testimonanze che possano darci spiegazione su come e perché si imprechi.


Possiamo provare a rispondere facendo notare che l’uomo ha sempre attribuito – da quando ne ha preso coscienza – grande importanza alla parola intesa proprio come “verbo”, nella funzione più appropriata che ha nel descrivere e indicare tutto ciò che lo circonda, quindi, la parola pronunciata sotto forma di “imprecazione” riesce a restituire un’immagine molto precisa del momento di disagio che si è vissuto e che trova come unica via di sfogo l’offesa nei confronti del sacro.


Nell’antichità le pene per chi cadeva in questo tipo di trasgressione, erano molto severe e a volte prevedevano perfino la condanna a morte per lapidazione.


Ma vediamo brevemente come veniva considerata la bestemmia nella cultura mediterranea.


Gli antichi Greci ritenevano chi bestemmiava come un trasgressore delle leggi della Polis con il risultato minimo dell’emarginazione dalla società; i praticanti ebrei si reputavano molto offesi se udivano delle bestemmie e arrivavano al punto di stracciarsi i vestiti da dosso in presenza di coloro che imprecavano; nel medioevo in Francia si costringeva il bestemmiatore ad immergersi in pozze fangose perché ritenuto immondo e una volta uscito costretto a lavarsi per purificarsi; paradossalmente non sono note le imprecazioni arabe, ma si suppone che ce ne siano e che non siano da meno di quelle dei cristiani.


Come in tutti i comportamenti umani c’è sempre qualcosa o qualcuno che riesce a primeggiare e in questa originale “classifica” – per il mondo occidentale – storicamente questo primato sembra spetti alle imprecazioni turche.


Viene da sé – ed è bene dirlo – che il popolo turco è da considerare alla stessa stregua di quello cristiano e la ragione di questa sua peculiarità è da ricercare negli scontri che spesso le due culture – quella cristiana e quella ottomana – hanno avuto per far prevalere la propria supremazia nel Mediterraneo.


Gli interessi economici erano troppi e importanti e conseguentemente i punti di contatto erano frizioni mai sopite che spesso si trasformavano in scontri bellici; sovente alla nomea di dissacratori si accompagnavano vere e proprie leggende che portavano inesorabilmente a segnare una popolazione, in questo caso quella turca, come un vero pericolo per il mondo cristiano, frasi come: “Mamma li turchi” – oppure imprecazioni irripetibili che hanno portato alla celebre frase:”bestemmiare come un turco”, ne costituiscono un vivido esempio.


Ma per meglio capire i modi della bestemmia nel Mediterraneo, conviene leggere ciò che scrive lo slavista Predrag Matvejević nel saggio “Breviario mediterraneo” (Garzanti, Milano 1991), il quale così ci racconta l’imprecazione dei tempi moderni nel Mediterraneo: “i pescatori sono spesso rappresentati con le facce rugose, come scavate dalla pioggia e dal sole, dal vento e dalle onde, ma si può quasi affermare che non ci mostrano mai le loro mani incallite dal sale e dalle reti, dalle funi e dai remi. I veri pescatori bestemmiano, ma non rubano. Si adirano e litigano (a causa del maltempo, della pesca scarsa, dell’incapacità degli aiutanti), ma non danno addosso l’uno all’altro: non si picchiano come sanno fare talvolta i lavoratori portuali o i semplici contadini. […]


Le bestemmie mediterranee sono diverse da quelle del continente. In certe lingue vengono lanciate e gridate con l’aiuto del verbo copulativo, dell’atto sessuale lascivo con la divinità, i santi o i congiunti: così bestemmiano, ad esempio, i Turchi, i Greci odierni, gli Slavi del sud ed altri ancora. Da altre parti, senza questo verbo ausiliario, gli dèi, i santi e i congiunti di entrambi i sessi vengono messi in relazione con animali come possono essere il cane, il porco (la scrofa), il caprone, l’asino o la cagna. […] Nell’una e nell’altra categoria vengono evidenziati gli organi della procreazione e le loro funzioni, nonché determinati aggettivi, scatologici, coprolalici o per converso sacramentali. La passionalità mediterranea introduce sia nelle più facili bestemmie popolari sia in quelle degne dell’inferno, una parte più o meno grande del corpo, talvolta il corpo intero, indicandolo o offrendolo” […]


Le imprecazioni nel Mediterraneo risultano, alla luce dei fatti, ancora più incisive proprio per la passionalità che caratterizza le sue genti perché il bacino del Mediterraneo non è solo Europa, ma è anche Africa e Asia, dove ogni popolo è un unicum con l’altro e perché citando ancora Matvejević: l’Atlantico o il Pacifico sono i mari delle distanze, il Mediterraneo è il mare della vicinanza, l’Adriatico è il mare dell’intimità



La bestemmia nel Mediterraneo

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