
Quando a giugno il melograno si risveglia, i fiori delle sue corolle spiegazzate sfolgorano di vermiglio e i vigorosi stami dalle antere gialle si addensano a centinaia appiccicandosi al loro calice carnoso e stellato. Un fiore esplosivo, quasi atomico, si alza tra le foglie e riferisce al suo stesso ovario le sue buone intenzioni.
Nel loro significato, questi fiori, comunicano un disegno nuziale, un amore ardente come le fiaccole delle loro corone di petali, un desiderio che diventerà capriccioso come il loro generoso frutto.
In un passato mediterraneo si racconta che nei pressi di un varco di una misteriosa caverna marina, due alberi di melograno incrociassero i rami per impedire a un sabba di nere megere di uscir fuori nei pleniluni di giugno e che le aperture del loro gineceo coincidessero proprio con la loro richiesta d’aiuto a pescatori e passanti.
Una tentazione che ci esonera dal raccoglierli per evitare di liberare una danza che farebbe tremare la terra sotto i nostri piedi. Un fiore da non cogliere quindi affinchè sia garantita l’abbondanza dei suoi frutti.
Ci contentiamo per adesso di godere della loro apertura fisiologica sperando che oltre il giardino di Samudaya si possa scoprire un altro fiore come quello del melograno da raccontare.
Il fiore vermiglio
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