Partiamo da te. Chi è Mimmo Ciccarese?
Mi piacerebbe partire con le presentazioni come se fossero l’inizio di un nuovo racconto. Potrei scaraventare le slide che riproducono i miei volti rugosi poco al disotto del limite della seconda maturità ma ve lo risparmio e mi limito a poche parole per descrivermi. Sono nato in Puglia, anzi nel Salento, dove penso di abitare un valore preparato alla pazienza, al sentimento e all’emozione. Credo di possedere una robusta struttura da sognatore che potrebbe essere l’opposto dell’indifferente. Quando possibile pianifico i miei propositi senza troppe pretese o illusioni. Ho pochi vizi da controllare, forse per me ci vorrebbe una sana rinascita e un nuovo esemplare da imitare per strafare con le cattive abitudini. Quando smetto i miei indumenti da tecnico agrario, predisposto alla qualità naturale dei prodotti e non c’è più da lavorare mi concedo l’opportunità di scrivere qualcosa.
Sei anche musicista e blogger, come porti avanti queste attività?
In realtà sarei quello che i salentini definiscono un “sunaturu” più che un musicista perché non sono in grado di comporre; in altre parole, un musicante con l’orecchio da zingaro con il ritmo binario della taranta o con l’anima del rock & blues . Ho qualche strumento a corda riposto tra il disordine e il rigore dei miei abiti da lavoro. Recentemente ho scoperto un nesso tra la quarta corda del mio oud arabo e la malinconia, la sua vibrazione è quel tono invernale che giunge come un crepuscolo tra un uliveto. La musica dell’oud ha quattro corde, una per ogni umore, per ogni qualità elementare, per ogni stagione del tempo e della vita, la quinta nota si associa alla luna. L’ora in cui m’immergo nell’autorità lunare mi diverto a sfogliare i feedback e i commenti del webblog cercando di rispondere con qualcosa che desti curiosità e interesse postando “cartoline dalla terra”. Il blog con cui collaboro si chiama Samudaya, devo dire che riceve buoni riscontri, specialmente negli States. Inoltre scrivo per la salvaguardia degli ulivi secolari, per l’ambiente e l’alimentazione.
Da dove nasce l’idea di questo libro?
Il libro nasce quando con l’editore abbiamo cominciato a riflettere sulla possibilità di pubblicare un ebook, che fosse anche un anche ipertesto con la possibilità di essere utilizzato non solo come un romanzo, ma anche come una guida turistica e come veicolo di una cultura. L’idea innovativa è stata quella di creare un prodotto multimediale che fosse in qualche modo un’esperienza multisensoriale.
Il libro sembra il racconto di un viaggio. Era quello che volevi ottenere?
Ho sempre considerato che il fascino di un viaggio risiedesse molto nel racconto che lo accompagna. È molto facile smarrirsi nella nostra storia e questo racconto vuole essere considerato anche come un’indicazione culturale ed emozionale per ritrovarsi suoi luoghi.
Il protagonista del libro è il Salento, visto quasi con gli occhi di un bambino che osserva rapito e affascinato quello che incontra e accade attorno a lui. E’ anche il tuo modo di vedere?
Nell’Ulivo e la Mezzaluna, il Salento diviene un teatro naturale, dove il gioco dei percorsi interattivi diventa gradevole per chiunque sia predisposto alla comprensione di un luogo; il libro può servire per qualsiasi sguardo indipendentemente dalla sua età o indole sociale. Questo gentile rapimento è perciò una condensa di tradizioni, residenze d’eroi e miti utili per uno studio elementare o semplicemente per una lettura di un meritato svago oltre l’andirivieni dell’essere urbano. Con questo racconto, visione ed evasione sono l’unità o l’incontro con il mio pensiero abituale; ho voluto consolidare questa relazione tramite questo breve ma intenso diario scegliendo soluzioni tra quelle dimore energetiche in grado di restituire i sentimenti e i gusti genuini, le diverse culture salentine, il loro vissuto e i valori di una comunità.
Sei salentino, che significato ha per te questa essere nati e vivere in questa terra?
Il Salento è la mia espressione oltre che il torace su cui batte il mio cuore. Il Salento è una latitudine distesa tra oriente e occidente dalla forza dei suoi infiniti orizzonti marini. La mia terra ha perciò il fascino di almeno due culture unite in un solo corpo e rivolto in due direzioni opposte; dai rilievi calabresi che sentiamo dallo Ionio, oltre al turbinio delle correnti ci giunge anche l’energia dell’alito caldo del deserto arabo o di quello speziato dei balcani. I salentini sono l’essenza di una civiltà annessa al mare e alla terra nello stesso istante un equilibrio di colori per uno straordinario e vivo carattere. Nella mia terra continuo a spogliare troppe figure nel mio genoma, certamente quelle di tanti popoli incrociati che pare amplificassero la mia genesi tutte le volte che osservo le loro tonalità svestirsi ai riverberi del sole.
Nella trama del libro la storia, il passato, entrano ed escono in un collegamento costante tra ciò che è e ciò che è stato. Perché hai scelto di descrivere tutto con questa chiave?
Il tessuto del racconto è proprio quel lento movimento che tiene insieme l’origine dei suoi residenti e l’energia di una terra con tutte quelle meravigliose eredità da tutelare. In questo caso le tappe che fluiscono intorno al mar Mediterraneo sono il telaio del cerchio che ordiscono il racconto come se fosse un saldo filo di un tombolo o un fresco vinco su un canestro. Con questi propositi l’osservazione è divenuta semplice ricerca dei dettagli e ogni luogo pensato è stato così descritto.
Lo studio e la ricerca storica, per scrivere il libro, sono stati difficili?
Ogni partenza del viaggio dell’Ulivo e la Mezzaluna, è stata sospinta dalla passione per la ricerca storica oltre che dalla meraviglia per ogni scoperta. Il punto di arrivo di ogni sosta ha stimolato il passo successivo con la volontà e l’impegno che avrebbe un libero sognatore; quest’analisi mi ha cullato con facilità fin dall’inizio come farebbe una madre con il figlio.
Perché hai scelto di scrivere un libro in formato digitale?
Perché in un ebook in cui si può scoprire il gusto di una lettura gradevole con la possibilità di riportare i luoghi delle descrizioni ai collegamenti ipertestuali, i cosidetti link, che nel mio racconto guida sono di supporto. Nell’Ulivo e la Mezzaluna si trovano le mappe che indicano i percorsi stradali che aiutano a raggiungere le informazioni sufficienti per conoscere il Salento. In formato digitale lo storyboard per ogni tappa diviene di facile accesso grazie alle enciclopedie e ai satelliti disponibili in rete. Un epub può essere letto su un ebook reader, ma anche su device come smartphone, tablet, personal computer, iphone, ipad e imac. Se il supporto di lettura utilizza anche un browser per navigare su internet è possibile utilizzare i collegamenti ipertestuali, altrimenti rimane comunque un lavoro da leggere con interesse e piacere.
Quali sono i tuoi prossimi progetti editoriali o di altro tipo?
Ho già predisposto la rotta verso il prossimo progetto che se diventasse un’altra esperienza da vivere come un bel sogno, così com’è stato con L’ulivo e la Mezzaluna, mi concederei di descriverlo alla stessa maniera, con l’identico passionale impegno che merita.
Mimmo Ciccarese è pugliese, anzi: salentino. Ha collaborato con diversi enti svolgendo attività nel settore della qualità agroalimentare e dell’olio da olive e del vino Negroamaro. Ha pubblicato diversi articoli per pubblicazioni on line e cartacee, locali e nazionali. Nel 2001 ha pubblicato per Anpa “Propagazione per seme di alberi e arbusti della flora mediterranea”; nel 2012 per la Camera di commercio di Bari il volume “La potatura e i sistemi di allevamento dell’olivo e dei fruttiferi” e, nel marzo 2014, per Simbiosis Book il racconto guida in formato e-book L’ulivo e la Mezzaluna, un viaggio nel Salento che vede protagonisti i suoi ulivi secolari, la terra, il mare, la Storia e la gente di un luogo magico e affascinante, da sempre considerata la porta che collega l’Oriente e la Cultura araba all’Occidente.
Intervista a Mimmo Ciccarese