
Ricordo il movimento ipnotico, il fluire ondoso delle spighe quasi mature. Mio nonno e mio padre che guardavano, soddisfatti, la distesa di grano pronto a essere mietuto.
Io li seguivo, accarezzando con i palmi delle mani la sommità delle spighe. Il solletico era il premio per quel gesto.
Quando guardo le distese di grano coltivato sulle piane del Salento, che spesso si perdono a vista d’occhio, mi vengono in mente quei ricordi.
Il grano mi ha sempre dato l’idea di un mare, prima verde, poi, con lo scorrere del tempo, giallo, con le sue onde, la risacca, la profondità e la vastità.
La spiga di grano, Il chicco di grano, è simbolo di rinascita, segno di speranza e di futuro.
La spiga di grano ha assunto nel tempo una valenza spirituale, fino a diventare emblema che caratterizza l’identità di un popolo, diventando il blasone di stemmi araldici in tutto il mondo.
Esempio e Mito.
Esempio di rinascita dal gelido immobile dell’inverno, Mito di vittoria sulla morte.
Prova del Mito.
I greci la chiamavano Persefone o Kore, i Romani Proserpina, figlia di Cerere, dea madre della terra e della fertilità. Proserpina fu Dea agreste, rapita da Plutone, re dell’Ade, che ne fece la sua sposa e regina degli inferi. Cerere ne chiese la liberazione a Giove, Padre degli Dei. Questi acconsentì, ma obbligò Proserpina a trascorrere sei mesi all’anno con Plutone. Per il dolore, Cerere faceva scendere sulla terra il freddo e il gelo, durante i mesi in cui la figlia era costretta a vivere con il re dell’Ade.
Il Mito di Proserpina vede nel ciclo del grano lo scorrere delle stagioni.
Il grano cibo per l’anima. I cristiani ne fanno dono divino e dal suo utilizzo si ottiene il pane, simbolo eucaristico per eccellenza.
Emblema d’identità. In araldica è simbolo di operosità agricola e per questo compare di frequente nell’araldica civica di comunità agricole. Simbolo di abbondanza, ricompensa al lavoro e pace, è stato assunto anche come segno di gratitudine da chi era stato salvato in battaglia.
Numerosi sono i Comuni del Salento che hanno scelto la spiga di grano come simbolo identificatore, da far comparire sui propri stemmi araldici.
Nel momento stesso in cui muore, il grano diventa seme che sviluppa tutta la sua potenza vitale nel tempo, creando nuove spighe e chicchi, in un ciclo continuo, senza fine, in cui nulla si distrugge e tutto si trasforma.
Mi viene in mente l’odore del grano tagliato, i canti dei contadini durante la mietitura, ma si è fatto tardi e questo è un altro ricordo.
La Spiga di Grano
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