venerdì 16 maggio 2014

La nespola del Giappone, un frutto interessante

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nespole del giappone Nespole del Giappone (ph di M. Ciccarese)


I cinesi chiamano il frutto del nespolo giapponese (Eriobotrya japonica), Pipa guo, perché la sua forma ricorda appunto la cassa armonica di questo strumento musicale. I giapponesi invece lo chiamano Biwa, non lo confondono con la nespola comune che nonostante appartenga alla stessa famiglia ha un gusto completamente diverso.


Le nespole sono i primi pomi della primavera che già al timido sole di marzo si annunciano con i brillanti viraggi di gusto e di colore. La nespola è frutto precoce che non ha bisogno della paglia per maturare e gli effetti sul nostro benessere si evidenziano da subito fin dai primi assaggi.


A maggio si raccolgono i primi grappoli pelosi o singolarmente con l’attenzione di riporli delicatamente nel cesto o di non staccare il pedicello che li attacca al ramo. Quest’ultima è un’accortezza importante che rallenta l’opera di trasformazione enzimatica in zuccheri, prerogativa fondamentale che li rende commerciabili.


Le varietà più succulente del Nespolone di Trabia, conosciuta in Sicilia, della Nespola di Ferdinando, della Precoce di Palermo sono solo alcune di quelle presenti in sud dell’Italia che riescono a concorrere all’arrivo impetuoso delle prime ciliegie. Se allevate a sesti d’impianto regolare, possono produrre anche i 200 quintali per ettaro, poco più di 35 kg a pianta per un prezzo medio di due euro/kg e diventare senza dubbio una coltivazione interessante, specialmente nel settore dell’agricoltura biologica del meridione d’Italia.



La nespola del Giappone, un frutto interessante

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