
Nel mio dialetto quasi balcanico il nome Cirasa indica l’albero di ciliegio (Prunus avium)e i suoi frutti.
Nella mia ricerca trovo che il nome deriva dal greco Kerasos, una radice che indica la durezza del legno e del nocciolo. Scopro che anche il cerro e il corniolo hanno la stessa radice per lo stesso motivo. Altri sostengono che derivi dalla città di Cerasunte colonia greca dell’isola di Ponto da cui secondo Plinio il Vecchio fu importato dal gastronomo Lucullo, anche se il suo areale di origine sia iraniano, già diffuso sulle coste del mar Caspio.
È un pruno della famiglia delle rosacee e il suo frutto è una drupa a forma di cuore dal sapore molto dolce leggermente acidulo come quello delle visciole, delle agriotte e delle amarene a polpa carnosa e succosa dura o molle.
L’albero della ciliegia dolce molto coltivato nelle Puglie offre i suoi generosi frutti già a metà di maggio nel periodo in cui giungono dal nord le prime orde migratorie degli uccelli affamati.
Un albero intorno al quale si riscoprono numerose leggende e folclore dal carattere decisamente rurale, religioso e pagano. Una di esse dice che un intreccio di paglia posto tra i rami del ciliegio nel periodo del solstizio invernale sarebbe un monito all’albero per non essere abbattuto qualora non avrebbe ripetuto l’abbondanza di frutti dell’annata precedente. Molti racconti sul ciliegio si legano alla ricorrenza di San Giorgio, ad aprile, quando i fiori iniziano ad allegare, periodi in cui la pioggia potrebbe compromettere la fruttificazione. Per altre tradizioni non è auspicabile salire su un albero di ciliegi, il giorno della ricorrenza di San Giovanni o di Santa Maria Maddalena, cioè dopo la raccolta delle ciliegie. Una leggenda, quest’ultima, strettamente legata al folclore pagano dei popoli slavi, germanici e lituani che avrebbe similitudini al racconto di Adamo ed Eva e della mela del peccato originale.
In Giappone il ciliegio ha all’opposto un altro carattere; un culto che trae dallo shintoismo simboli di bellezza, prosperità e beatitudine il cui frutto rosso sangue simboleggia il sacrificio e il coraggio del samurai.
Per l’oroscopo celtico chi sboccia sotto il segno del ciliegio, nel periodo in cui la natura esplode di produzione è concreto e creativo ma anche molto socievole e tenace. L’uomo-ciliegio è perciò un cavaliere poco arrendevole, difende le sue scelte reagendo con molta risolutezza, specie se criticato; in amore crea un legame solido che sussulta di passione come il cuore ardente che ricorda il suo frutto.
Cuore di ciliegia
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