giovedì 6 novembre 2014

Il primo Globetrotters: LUIGI MASETTI

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Pioniere dei viaggi avventurosi e protagonista di grandi imprese, nel 1893 compì il viaggissimo Milano-Londra-Chicago-Londra-Milano in bicicletta. Luigi Masetti era un aedo del viaggio, un eroe delle strade sterrate, un biciclista (così si chiamavano all’epoca i ciclisti) che non tardò a destare entusiasmo e curiosità nelle masse al suo passaggio.


Oggi sarebbe considerato uno spirito libero anzi a dirla tutta – qualcuno l’ha definito l’anarchico delle due ruote – ma non è l’unico primato che spetta a questo insolito personaggio che si può considerare a giusta causa, il primo “cicloviaggiatore” del quale si abbia memoria.


Il diario del suo viaggio venne pubblicato a più episodi sulle pagine di un appena nato Corriere della Sera e un suo dagherrotipo fu pubblicato sulla già allora prestigiosa rivista del Touring Club Italiano.


Nato nel 1864 in un piccolo centro del Polesine, Trecenta in provincia di Rovigo, Masetti ben presto è costretto a trasferirsi a Milano. In quel periodo il capoluogo nel lombardo erano già presenti le prime fabbriche di biciclette che contribuiranno a rendere Milano una delle capitali del ciclismo europeo da qui il suo interesse – che poi sfocerà in una vera e propria passione – per il “biciclo” e sempre da qui inizierà la sua personale esplorazione per il mondo a cavallo della sua bici.


Saranno molte le sue imprese che per l’epoca si potrebbero definire dei veri e propri “raid” in bicicletta: Luigi Masetti attraversa Stati Uniti, Francia, Spagna, Germania, Russia, Medio Oriente; durante questo suo viaggio, si dice che abbia incontrato il presidente degli Stati Uniti e conversa serenamente con Tolstoj.


Partecipa alla prima Milano-Torino, a diversi “criterium” (un particolare tipo di gara in cui viene ripetuto più volte lo stesso giro) su pista al Trotter milanese e in occasioni come queste, stringe amicizia con un noto nome del giornalismo italiano: Eugenio Torelli Violler, fondatore e direttore del Corriere della Sera.


Il giro delle gare ben presto inizierà a stargli stretto, il suo spirito indomito e libero lo spinge sempre più ad intraprendere sentieri che lo porteranno sempre più lontano dai suoi luoghi natii. Nel 1892 compie un giro cicloturistico d’Europa (Milano-Parigi-Berlino-Vienna-Milano), ma è nel 1893 che compirà il viaggio che lo consegna definitivamente alla storia: il “viaggissimo” così sarà battezzata la sua impresa che lo vedrà partire da Milano arrivare a Londra, attraversare l’oceano Atlantico toccare New York e poi dirigersi verso i grandi laghi del nord America, puntare su Chicago e ritornare a Milano.


A questo seguiranno altri “viaggissimi” come: Alpi-Piramidi-Milano, Ceuta Capo Nord – Bosforo.


Masetti studia i suoi percorsi, li pianifica e li compie con lo spirito di un vagabondo assetato di conoscenza e di sapere, aspetto che riuscirà ad arricchire con i suoi incontri con popolazioni e culture diverse tanto da farlo diventare il primo “cittadino del mondo” in sella ad una bicicletta.


Vero precursore dello “slow del pedale” pedalata dopo pedalata Luigi Masetti segna la strada che oggi molti cercano di seguire, le sue imprese vanno a iscriversi in un periodo storico, nel quale difficilmente potevano esistere aperture mentali come la da sua; per questo la sua figura si staglia come un gigante su un orizzonte che non trova uguali, compiere attraversate come quelle descritte, su mezzi meccanici ancora non perfetti rendono Masetti una persona, unica e difficilmente eguagliabile.


Al paese che ha visto i suoi natali, non esiste una sua traccia. Le sue imprese non sono degnamente ricordate anzi, sono tute cadute in un dimenticatoio con un silenzio assordante.


«Se fosse francese sarebbe portato sugli scudi – se fosse americano si sarebbe fatto una sostanza, ma è italiano, non è quindi da stupirsi, se fuor che da pochi il suo viaggio ardito è calcolato un nonnulla», si leggeva, nel 1893, su “Il Ciclo” non appena il Masetti ritornò dal viaggissimo Milano-Londra-Chicago-Milano.


Se fosse stato tedesco, come l’Heinrich Horstmann che il 2 maggio 1895 montò sulla bici per compiere il giro del mondo (portato a termine il 16 agosto 1897), avrebbe fatto soldi a palate.


La sua tenacia e la sua caparbietà lo rendono un messaggero dell’italianità ai popoli da lui incontrati sulle strade del mondo e dopo tante imprese distanze coperte a colpi di pedale, risulta difficile immaginare che Luigi Masetti possa aver finito la sua vita in un comune letto a Milano nel 1940 anche se circondato dall’affetto dei suoi cari, perché: “gli altri eroi della bicicletta hanno esalato l’ultimo respiro accanto al loro mezzo meccanico, con lo sguardo spalancato sul mondo che percorsero e amarono, superando le abitudini e l’inerzia quotidiana”.



Il primo Globetrotters: LUIGI MASETTI

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