
Qualche tempo fa Samudaya con la cartolina “Agricolture, agriculture”, si era confrontata a tracciare una sintesi circa la molteplicità dei movimenti agricoli. In quella pubblicazione si descrivevano i modelli agricoli più in auge e si evidenziava quell’amaro distacco che allontanava l’agricoltura tradizionale da quella moderna.
Le tracce che uniscono oggi i modelli agricoli, in fondo, non sono altro che quelle che riassumono ed espongono tutti gli aspetti propriamente etici che li caratterizzano. Non si produce sempre per trarre un profitto a tutti i costi, spesso si coltiva anche con l’intento di condividere un bene, come un tempo ci si scambiavano cibi come regali.
I tecnici o i gruppi di giovani che si rendono disponibili al confronto e ai quesiti, quali possono essere quelli riguardanti la sovranità alimentare, l’utilizzo indiscriminato di pesticidi, la sottrazione di spazi naturali, intende donarsi alla collettività per contribuire alla tutela della civiltà rurale.
In quest’occasione, si dialoga per conoscere meglio le problematiche degli agricoltori, capire se si sentono oppressi da mille difficoltà o se siano veramente liberi di seminare, individuare gli strumenti e le risorse disponibili oppure valorizzare il loro lavoro prima delle loro produzioni e non viceversa. Questo proposito sarà certamente il preludio al gradevole assaggio prima di sciogliersi alla musica, alle ronde spontanee di pizzica e alle percezioni del dopo convegno di “AgriCultura” di Supersano, in provincia di Lecce.
Domenica 21 settembre, dalle ore 19.30 in poi, piazza IV Novembre, partecipiamo con la passione che ci compete.
“AgriCultura”, a Supersano l’evento che riassume il Salento rurale
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