
La composizione musicale ha sovente accompagnato lo stato d’animo sia di un individuo che di un popolo, per la sua capacità di fissare e tramandare accadimenti che riescono poi ad insediarsi nell’immaginario collettivo sino a trasformarsi in canzone popolare.
La canzone popolare nel bacino del Mediterraneo racconta, in maniera struggente e a volte con ironia e sarcasmo, il punto di vista del popolo, riesce a mettere in scena la sua cultura attraverso l’uso di parole, suoni ed espressioni tipiche sulla base di una composizione musicale in genere molto semplice.
La sua funzione fondamentale è quella di riuscire a essere facilmente trasmissibile, questa sua peculiarità le conferisce il ruolo di linguaggio del popolo, perché nata in modo spontaneo per parlare tra il popolo e con il popolo.
In Italia ogni regione ha una sua cultura e una sua tradizione musicale che è stata tramandata fra le generazioni per via orale e grazie a questi passaggi, che sono giunti sino a noi canti e danze che ancora ci stupiscono per il loro significato oltre che per la capacità ritmica.
Il Mediterraneo ha spesso custodito e trasmesso tradizioni, canti e balli che arricchiscono lo scenario – già molto ricco – della musica popolare; penso alla tradizione balcanica, a quella greca, sarda, pugliese, siciliana, catalana, napoletana ecc.
Nelle zone interne del Mediterraneo settentrionale il canto popolare assume una forma corale e di coinvolgimento che si traduce poi in ballata, tipica delle vallate e degli altopiani; mentre a sud la musica popolare affonda le radici nel bagaglio lasciato da millenni di traffici e invasioni, per poi trasformarsi nella storia della gente comune che nel quotidiano affronta le difficoltà e la povertà, assistendo al tempo stesso agli eventi che tracciano e segnano le sorti di un territorio.
I canti popolari nella loro spontaneità sono riusciti a descrivere il malcontento che ha caratterizzato i periodi bui della storia trasformandosi così – in molti casi – in vera e propria canzone politica.
Di esempi di questo tipo ne esistono molti; Il canto dal titolo “La serpe a Carolina” per esempio (di un anonimo autore napoletano del ‘700), racconta di come la regina Maria Carolina d’Austria sposa di Ferdinando I di Borbone, abbracciasse in un primo momento le idee illuministiche a tal punto da inviare come viceré in Sicilia, Francesco D’Aquino principe di Caramanico.
Il principe era molto vicino alle idee liberali e una volta insediatosi, iniziò una serie di riforme a favore dei contadini e dei liberali che crearono molto malcontento ai feudatari siciliani.
L’avvento della rivoluzione in Francia e la conseguente decapitazione di Maria Antonietta sorella della regina Maria Carolina, fecero cambiare radicalmente l’atteggiamento alla regina che iniziò una serie di vessazione nei confronti del povero D’Aquino sino a quando ella non decise, in accordo con un nuovo consigliere, l’irlandese John Acton, di mettere fine all’esistenza del povero viceré facendolo avvelenare durante una cena a casa di una nobildonna siciliana.
Un altro canto, ma questa volta non politico ma passionale è “Lu rusciu de lu mare”, anche questo scritto da un anonimo, probabilmente gallipolino, che racconta dell’amore impossibile tra una nobildonna e un soldato.
Un amore contrastato dal divario del ceto sociale, un amore disperato, raccontato attraverso similitudini: il gracidare delle rane, che la nobildonna ascolta mentre attraversa una zona umida e paludosa del gallipolino, le ricorda il rumore del suo mare (da cui il titolo); un canto romantico quindi, che narra di un amore che non potrà mai avere un esito felice, l’autore ricorre anche all’immagine di due culture lontane tra loro quale quella turca e quella aragonese.
L’apogeo della canzone popolare storica è costituito dalla “Tarantella del Gargano”. Si tratta di una tarantella montanara dell’area garganica. Le indagini fanno risalire questa splendida melodia agli inizi del ‘500, ed è uno dei canti detti “sonetti” (sunétt) che nel paese di Carpino (FG) i cantori portavano come serenata in giro per le strade e sotto le finestre del paese; la sua esecuzione prevedeva una voce alta, una chitarra battente, una chitarra francese e tamburello.
Il motivo si basa su di un giro armonico elementare composto da 4 accordi. Enzo Gragnaniello autore di molti pezzi famosi e grande paroliere di Mia Martini, accosta questa splendida melodia al ritmo del blues in America, composto anch’esso da pochi accordi di base dove ognuno poi ha potuto elaborare la sua musica.
La Tarantella del Gargano, con i suoi 5 accordi ha fornito la base di molteplici elaborazioni musicali tanto da poter essere considerata il giro armonico del Sud Italia.
Note di storia e d'amore
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