
C’è un angolo dell’estremo meridione mediterraneo, dove le giornate invernali sono spesso assolate, quasi mai uggiose. Questa terra luminosa si chiama Salento. I salentini non sono abituati a temperature rigide, penano, piuttosto, l’azione estrema della tramontana pungente e quella afosa dello scirocco.
Le correnti, qui, le distingui subito, anche se cambiano senza preavviso. Nel Salento, se cerchi bene, per ogni sua piccola comunità, puoi reperire una “rosa dei venti” che ti aiuta ad prevedere il tempo e ti indica uno spazio vitale per farti ritrovare.
Se il sole è così robusto, i salentini, si rifugiano, di solito, sotto l’ombra di un ulivo o dietro il calore di un qualsiasi fortilizio, di ciò che per loro si usa definire come mantagnata. Quell’atto di arroccarsi sarebbe quasi un atavico e personale rituale simbolico e spirituale, un modo come tanti per proteggersi e difendersi da ogni avversità, di qualunque natura essa fosse.
Allora ti spieghi perché nel Salento ritrovi così tante torri costiere, i castelli, le chiese, le masserie e i villaggi rupestri pulsanti di storia, dove ti fermi un istante, per riflettere al riparo e al sicuro o per intendere un popolo e la sua arcaica presenza.
La”mantagnata” Resistenza del Sud
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