
L’aratro è lo strumento che rende il titolo alla lavorazione del suolo agrario. Aratro deriva dal latino aratron, una radice che si riferisce ai verbi di fendere, spingere, solcare.
È uno dei mezzi più antichi che l’umanità abbia creato. Si ara la terra grazie alle parti di tale strumento, un insieme di leve e lame ben bilanciate dall’uomo per aumentarne potenza e resistenza con il minimo sforzo.
Allora ecco che le zolle si tagliano e si rivoltano grazie alla superficie più ampia che lo caratterizza, il cosidetto versoio. Il versoio e la parte dell’aratro che ribalta quella fetta di suolo agrario, per molto tempo rimasta negli strati sottostanti e che richiede di essere irradiata dal sole.
L’aratura è quell’operazione colturale che ti consente di ripristinare gli scambi e le interazioni suolo aria, fondamentali a quell’equilibrio tanto aspirato di sostanza organica utile.
Con l’aratura, inoltre, ti puoi permettere di migliorare le proprietà fisiche e meccaniche del terreno, interrompere la continuità di un possibile stato di alterazione. Quando si disgregano le zolle si rende il terreno meno coeso. Questa lavorazione ti facilita l’esecuzione dei successivi interventi colturali di affinamento e livellamento che permettono alle radici di espandersi.
Con l’aratura migliori la porosità del terreno, assestandogli gli spazi e la disposizione delle sue molecole, favorisci l’infiltrazione delle acque, previeni i ristagni idrici, i dilavamenti e i fenomeni di erosione.
L’aratura perfeziona le caratteristiche chimiche di un terreno con l’interramento dei concimi organici, aumenta l’azione di pratiche quali sovesci e letamazioni, migliora l’assorbimento di elementi minerali importanti quali quelli meno mobili, come fosforo, potassio e calcio. Potenzia, inoltre, l’ossidazione e quindi la disponibilità degli oligoelementi e ne ostacola quei processi di riduzione ritenuti dannosi per le piante.
Grazie all’opera dell’aratro si favoriscono i processi di aereazione che stimolano l’attività dei microrganismi e s’intensificano i movimenti degli elementi nutritivi immobilizzati con il ciclo del carbonio.
Arare significa ridurre la flora spontanea, le emergenze delle cosiddette piante perenni esponendoli all’azione devitalizzante degli agenti climatici e quindi del loro potere germinativo.
L’aratura, infine, può specificamente preparare un’azione di limitazione nei confronti di organismi fitofagi rivelandosi efficace quando porta in profondità gli stadi svernanti di alcuni insetti svantaggiosi per le colture agrarie.
Aratura: una lavorazione utile
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